La mobilità on demand offre un nuovo ventaglio di soluzioni
C’è un’eccellenza in Italia sulla quale sono puntati gli occhi di tutta Europa, è l’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility.
Un organo costituito dai principali attori della mobilità nazionale che, in stretta sinergia con lo Stato, pone l’attenzione sulla mobilità italiana analizzando le abitudini degli italiani in materia di spostamento sul territorio, al fine di studiare e proporre soluzioni volte ad ottimizzare la mobilità nazionale, coinvolgendo aziende consolidate e start up che, facendo rete, possano contribuire alla realizzazione di un sistema di mobilità sempre più condivisa con benefici sempre più importanti dal punto di vista del clima e del risparmio.
Quest’anno a Roma, presso la Sala Esquilino nella cornice dell’ala Mazzoniana della Stazione Termini, giovedì 27 giugno si è tenuta la 3° Conferenza nazionale sulla Sharing Mobility.
Nell’occasione sono stati presentati dall’Osservatorio i contenuti del 3° rapporto nazionale. Un rapporto che parla di una crescita sempre più evidente della mobilità condivisa nel Bel Paese. Tanto che, ufficialmente uscito dalla fase di start up, il cars sharing risulta molto ben avviato alla successiva fase di consolidamento. Prima di entrare nel dettaglio di numeri e considerazioni, crediamo sia il caso di chiarire ai nostri lettori che cosa s’intende con maggiore precisione con il termine di Sharing Mobility.
Il primo punto fondamentale è non confondere la Sharing Mobility con il termine più ampio di Mobilità Condivisa. La prima infatti è parte della seconda e rappresenta di fatto l’insieme di tutti quei servizi che, sempre più diffusi nel nostro Paese, propongono una mobilità di tipo on-demand. Una tipologia di mobilità che fino a qualche anno fa era rappresentata solamente da ascensore, taxi e noleggio con conducente (NCC), ma che ora annovera appunto la Sharing Mobility come sottoinsieme della mobilità su richiesta.
Quali sono i rivoluzionari servizi che compongono la Sharing Mobility?
Stiamo parlando di bikesharing, scootersharing, carsharing, E-Hailing, Ridehailing/TNC, carpooling, Ridesplitting e microtransit/TRT.
Si tratta in buona sostanza di tutti quei servizi cui l’innovazione tecnologica consente di garantire prestazioni confrontabili rispetto a quelle offerte dai servizi on demand tradizionali, ma con costi più accessibili e/o con performance migliori.
Ma come sta la Sharing Mobility in Italia? Quali numeri produce ad oggi? Quali le prospettive?
La Sharing Mobility in Italia gode di ottima salute. Questo in estrema sintesi quanto si evince dal recente rapporto dell’Osservatorio che ha divulgato i numeri di una mobilità condivisa sempre più tecnologica e, seppur ai primi vagiti, destinata a modificare le abitudini degli italiani che si spostano.
Una vera e propria rivoluzione alle porte, che come unico scopo ha quello di limitare al massimo, fino ad eliminare, veicoli inquinanti che trasportano una sola persona. La tendenza che emerge dalla relazione presentata a Roma lo scorso 27 giugno è molto chiara. In aumento infatti il numero di utenti dediti alla Sharing Mobility, con un incremento calcolato nell’ordine del 24%, rilevato al 31 dicembre 2018 rispetto all’anno precedente.
Esattamente un milione di utenti in più per un totale di 5,2 milioni di utenti che hanno scelto la mobilità condivisa per le proprie esigenze di spostamento. Tutto questo nonostante una diminuzione del numero di veicoli a disposizione, per effetto soprattutto della fuoriuscita dal mercato di alcuni bikesharing.
Interessante poi la valutazione sulla connotazione geografica. Ad oggi la mobilità condivisa è soprattutto concentrata nel Nord Italia, che rappresenta il 60% della proposta dei servizi “spalmata” su 271 comuni italiani con almeno un servizio disponibile. La crescita della Sharing Mobility ha una direzione ben precisa ed è trainata dai mezzi “gentili”, meno inquinanti, e sempre più leggeri.
Preponderante quindi l’attenzione all’impatto ambientale che fa registrare un salto dal 27% al 43%, fra il 2017 ed il 2018, dei veicoli elettrici sul totale del parco in sharing circolante. L’incremento, sempre secondo l’Osservatorio, è dovuto all’esplosione dei servizi di scootersharing elettrici, capaci di portare i servizi su due ruote dal 6% del 2017 al 22% del 2018.
Ma cosa riporta la relazione in merito ai singoli servizi?
Scopriamolo insieme, leggi gli approfondimenti e scopri i dati aggiornati e le tendenze emerse durante la Conferenza cliccando qui.